Giacinto
Ma tolti i preamboli arriva la parte importante: Apollo.
Piccino piccino sebbene cruciale dettaglino: la sfiga in amore di Apollo non supera solo i limiti della comprensione umana, ma pure di quella divina.
Sta di fatto che non solo Apollo si è innamorato di lui, ma anche Zefiro, uno dei venti, il quale però era abbastanza furbo da non mettersi direttamente contro uno dei dodici boss dell'Olimpo.
Apollo decide di lasciare Delphi per pedinare Giacinto nei dintorni di Sparta.
"Io? Seguire te? Macché, figurati sto solo facendo il dog-sitter per la signora Pina sul tuo stesso percorso nel nulla sulle montagne! Mi chiedi perché il dio del Sole, delle arti, della medicina, degli oracoli etc. dovrebbe fare il dog-sitter? Mha, tanto per arrotondare."
Quello piuttosto li rubava i cani alla signora Pina per avere una scusa.
Comunque, andando avanti così, dopo un po' Giacinto apre gli occhi e si rende conto che chi ci sta provando con lui è l'essere più figo del creato (parla una che riconosce la bellezza di Aphrodite, ma rimane comunque molto etero).
Quindi a mezzogiorno trovano una radura, si denudano, si spalmano tutti d'olio e
.
.
.
che suspance
.
.
.
cominciano una gara di lancio del disco.
Chi ci è rimasto male alzi la mano. Io sono presente all'appello. Accettate la cosa, non era un modo di dire. Lancio del disco.
Comincia Apollo che dopo aver soppesato il disco e fatto tutti i suoi calcoli, lo lancia super powa per fare colpo. E sicuramente colpo lo fa, con un piccolo aiutino di Zefiro. Purtroppo però fa colpo esattamente in faccia a Giacinto.
Aiutatemi a comprendere la logica di "O io o nessuno" che non rientra nelle mie corde.
(Altra possibilità è che gli sia rimbalzato in faccia e di Zefiro nemmeno l'ombra dall'inizio)
Purtoppo dopo un colpo divino in piena faccia, nemmeno il dio della medicina (che è sempre Apollo, anche se ha lasciato il compito a suo figlio Asclepio) può nulla e il povero Giacinto muore tra le sue braccia.
Nel dolore, Apollo canta:
(Metamorfosi, Ovidio)
Piccino piccino sebbene cruciale dettaglino: la sfiga in amore di Apollo non supera solo i limiti della comprensione umana, ma pure di quella divina.
Sta di fatto che non solo Apollo si è innamorato di lui, ma anche Zefiro, uno dei venti, il quale però era abbastanza furbo da non mettersi direttamente contro uno dei dodici boss dell'Olimpo.
Apollo decide di lasciare Delphi per pedinare Giacinto nei dintorni di Sparta.
"Io? Seguire te? Macché, figurati sto solo facendo il dog-sitter per la signora Pina sul tuo stesso percorso nel nulla sulle montagne! Mi chiedi perché il dio del Sole, delle arti, della medicina, degli oracoli etc. dovrebbe fare il dog-sitter? Mha, tanto per arrotondare."
Quello piuttosto li rubava i cani alla signora Pina per avere una scusa.
Comunque, andando avanti così, dopo un po' Giacinto apre gli occhi e si rende conto che chi ci sta provando con lui è l'essere più figo del creato (parla una che riconosce la bellezza di Aphrodite, ma rimane comunque molto etero).
Quindi a mezzogiorno trovano una radura, si denudano, si spalmano tutti d'olio e
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che suspance
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cominciano una gara di lancio del disco.
Chi ci è rimasto male alzi la mano. Io sono presente all'appello. Accettate la cosa, non era un modo di dire. Lancio del disco.
Comincia Apollo che dopo aver soppesato il disco e fatto tutti i suoi calcoli, lo lancia super powa per fare colpo. E sicuramente colpo lo fa, con un piccolo aiutino di Zefiro. Purtroppo però fa colpo esattamente in faccia a Giacinto.
Aiutatemi a comprendere la logica di "O io o nessuno" che non rientra nelle mie corde.
(Altra possibilità è che gli sia rimbalzato in faccia e di Zefiro nemmeno l'ombra dall'inizio)
Purtoppo dopo un colpo divino in piena faccia, nemmeno il dio della medicina (che è sempre Apollo, anche se ha lasciato il compito a suo figlio Asclepio) può nulla e il povero Giacinto muore tra le sue braccia.
Nel dolore, Apollo canta:
(Metamorfosi, Ovidio)
Spoglio nel fiore della giovinezza, |
Nel frattempo un po' di sangue di Giacinto colò sul prato, da cui spuntò un fiore rosso porpora sui cui petali Apollo incise il proprio dolore: AI AI.