Leto
Questa mattina mi sono svegliata, dopo incubi da indigestione di sushi, con la brillante idea: "Perché non scrivere qualcosa su Leto?"
Due secondi e mezzo dopo mi sono ritrovata una lettera nella tazza della colazione con un francobollo con un sandalo alato che recitava: NON PROVARE A INSULTARE LA NOSTRA ADORATA MAMMINA!!!!! Tranquilli, solo tante cose belle.
(Mica scema) |
Come chi è riuscito a decifrare i simboli della Luna e del Sole nella lettera può aver intuito, stiamo parlando della mamma di Artemide e Apollo, Leto anche detta Latona.
È figlia di Ceo, uno dei titani, quindi rientra in tutto diritto nella categoria divinità.
Era la dea delle invenzioni tecnologiche, protettrice dei fabbri.
Grazie mille per il computer!!!
Suo malgrado, però, fa parte anche della categoria bellagnocca, di cui Zeus non s'è mai lasciato scappare nemmeno una voce.
Rimane quindi incinta, ma a poche settimane dal parto Hera si accorge che è, come al solito, tutta colpa di Zeus, (nooooo... davvero? E chi se lo aspettava?) le parte il nervo della gelosia e comincia a cacciare la povera Leto come un cervo.
Lei, mentre corre più veloce che può, cerca un posto in cui partorire in tranquillità, ma nessuno le offre riposo perché... Hera fa paura, capiteli.
Incontra quindi l'isola di Delo, che non aveva effettivamente una posizione fissa... era tipo un isola barca. Talmente figa da parlare con le isole, le due si compatiscono a vicenda perché entrambe costrette a non fermarsi mai e Delo le acconsente di partorire in uno dei sui ulivi.
Dopo la nascita di Artemide, rimase in uno stato di semi gravidanza semi travaglio per sei mesi, fino a che quello stordito da Apollo non si svegliò a nascere.
Come ringraziamento fornisce una base stabile all'isola.
Si ritrova con due figlioli teneri e dolci, ma un po' complessati che se anche qualcuno si azzarda a superarla nella fila alla cassa rischia di veder morire a uno a uno i membri della sua famiglia.
Ok, ok la storia di Niobe devo raccontarla a parte: è epica tra l'Epica.
Un altra cosa: datele da bere. Vi ricordo che è pur sempre una dea e a dei contadini che si sono rifiutati di dare un po' d'acqua a lei e ai due pargoli ha tirato un improperio tale che adesso i contadini fanno cra cra...
Ma non era mica colpa sua, eh no, erano loro particolarmente antipatici.
(Salva).
È figlia di Ceo, uno dei titani, quindi rientra in tutto diritto nella categoria divinità.
Era la dea delle invenzioni tecnologiche, protettrice dei fabbri.
Grazie mille per il computer!!!
Suo malgrado, però, fa parte anche della categoria bellagnocca, di cui Zeus non s'è mai lasciato scappare nemmeno una voce.
Rimane quindi incinta, ma a poche settimane dal parto Hera si accorge che è, come al solito, tutta colpa di Zeus, (nooooo... davvero? E chi se lo aspettava?) le parte il nervo della gelosia e comincia a cacciare la povera Leto come un cervo.
Lei, mentre corre più veloce che può, cerca un posto in cui partorire in tranquillità, ma nessuno le offre riposo perché... Hera fa paura, capiteli.
Incontra quindi l'isola di Delo, che non aveva effettivamente una posizione fissa... era tipo un isola barca. Talmente figa da parlare con le isole, le due si compatiscono a vicenda perché entrambe costrette a non fermarsi mai e Delo le acconsente di partorire in uno dei sui ulivi.
Dopo la nascita di Artemide, rimase in uno stato di semi gravidanza semi travaglio per sei mesi, fino a che quello stordito da Apollo non si svegliò a nascere.
Come ringraziamento fornisce una base stabile all'isola.
Si ritrova con due figlioli teneri e dolci, ma un po' complessati che se anche qualcuno si azzarda a superarla nella fila alla cassa rischia di veder morire a uno a uno i membri della sua famiglia.
Ok, ok la storia di Niobe devo raccontarla a parte: è epica tra l'Epica.
Un altra cosa: datele da bere. Vi ricordo che è pur sempre una dea e a dei contadini che si sono rifiutati di dare un po' d'acqua a lei e ai due pargoli ha tirato un improperio tale che adesso i contadini fanno cra cra...
Ma non era mica colpa sua, eh no, erano loro particolarmente antipatici.
(Salva).